Federigo Sicuteri posted: 13/4/2021 at 14:42:14
È il suo novantottesimo compleanno, lo festeggia nella vita senza tempo.
È docente di clinica medica e farmacologia all'Università di Firenze, pioniere fin dal 1949 dello studio delle cefalee, scopritore delle terapie più efficaci, fondatore del primo centro cefalee al mondo… grazie a lui al mal di testa viene riconosciuta la dignità di malattia autonoma, causata dal malfunzionamento del sistema dell’organismo che difende dal dolore e ne trasmette il segnale.
È primavera… 1988… sono al Centro cefalee di Firenze… il ricovero si è reso necessario… le crisi sono diventate acute e frequenti, ho perso il conto degli analgesici, non però la voglia di vivere, cambiare il mondo.
Qui va meglio; mi sottopongono ad accertamenti molto sofisticati e già trovo benefici dalla terapia intensiva a base di flebo di istamina; solo che durano anche sette, otto ore… non so se mi spiego!… persino la pipì diventa un problema: gli aghi ti escono dalla vena appena ti muovi… Anche se le infermiere fanno a gara per bucarmi le braccia: dicono che ho dei bellissimi occhi azzurri! Oggi sono addirittura venute due ricoverate a cui era giunta la voce…
La prima volta il professor Sicuteri mi accolse umilmente: “Non conosco la causa delle cefalee, né so come curarle: faremo dei tentativi!”. Uno dei maggiori studiosi della materia sul pianeta! Fu un’iniezione d’entusiasmo: mi affascinò il suo essere disarmato e sincero, tipico dei grandi.
Non che sia guarito, ma convivo con il dolore fisico, lo controllo, lo invito a cena qualche volta per guadagnarmi la sua simpatia, gli ululo di lasciarmi in pace quando diventa insopportabile.
“Il mal di testa non ti è nemico - mi ripete spesso Federigo (siamo diventati amici) -; ti ha aiutato a sviluppare la sensibilità. Se oggi sei sereno, tenace, altruista, lo devi anche alla cefalea!”. E dialoghiamo… di tutto… ha una cultura profonda… un’umanità smisurata.
Nonostante gli aspetti negativi dell’ospedale, lo stanzone a sei letti mi sta insegnando che non bisogna mai lamentarsi, perché c'è sempre chi sta peggio… e puoi avere rapporti spontanei, intensi con persone appena conosciute: Luigi, studente di ingegneria; Perillo, postino; Battisti, tecnico televisivo; Vittorio, macellaio; Pantaleo, pescivendolo! Ho precisato il loro lavoro, non per motivi sociali… o forse sì… ho imparato più da loro che da tanti parolai pseudo intellettuali.
Ci unisce il fatto che ci capiamo; il mondo esterno è molto scettico e diffidente nei confronti del cefalalgico; lo crede un malato immaginario, un neurolabile; non sa che siamo malati veri. E noi siamo grati a Sicuteri per averlo dimostrato.
Però a volte la vena pulsa e trafigge la tempia fino alla disperazione, che si insinua, frantuma, annienta… poi rammento la frase di quell’anonimo brasiliano appoggiata alla porta d’una chiesetta, fuori Gubbio... l’ho riposta nel cassetto… dentro l’anima…:
Una notte ho sognato che camminavo sulla spiaggia con il Signore. Scene della mia vita balenavano attraverso il cielo. Impronte di piedi, a volte di quattro, a volte di due soli. Vedevo che nei periodi bui della mia vita le impronte erano soltanto due, perciò ho detto:
"Signore, avevi promesso che avresti sempre camminato al mio fianco! Perché, quando più avevo bisogno di te, non mi eri accanto?"
"Quando hai visto solo due impronte - mi ha risposto - ti portavo sulle braccia".
Grazie, Federigo, buon compleanno!



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