Lucio Dalla | posted: 4/3/2022 at 14:36:52 |
il 4 marzo 2022 compirebbe 79 anni. Lo conosco a Capri nel ’93. La sua bruttezza istintiva e delicata si sposa con la bellezza discreta e riservata del suo giovane compagno. Il suo fascino è inondante, la sua simpatia avvolgente, la sua allegria contagiosa. Siamo sull’isola … per un convegno sui linguaggi giovanili. Assieme a Gino Paoli, che già ho incontrato perché genovese… e da ragazzo nella discotela “La Mela” di Sorrento, ove si esibiva; poche parole, ma tanto dialogo d’intesa. Lucio invece è amico di Tullio Pironti, il mio editore, quindi sa che l’epigrafe del mio volumetto “La toga strappata” è un suo verso: “Ho viaggiato cento notti per arrivare di giorno”. - Perché? – chiede come se cantasse. - In realtà la frase è incompleta. Occorrono anche le note che l’accompagnano per descrivere in un istante l’intera esistenza – rispondo. E giù ironia, battute, filosofia, poesia… - Lucio, se stanotte “balli sulle onde del mare ti vengo a guardare”. “Non puoi immaginare la mia sofferenza nei banchi di scuola quando i miei occhi si posavano sui ragazzi e non sulle ragazze. Mi sforzavo di deviarli, ma non ubbidivano. Mi fidanzai anche con una coetanea… Aspettai… Forse è un periodo… Devo ancora svilupparmi… Devo ancora… Devo… Sognavo l’amico e dovevo fingere di non desiderarlo… Volevo stringerlo, baciarlo ed era vietato… Volevo parlargli d’amore e strangolavo, prima che nascessero, le parole appena concepite… Mi sentivo Jack lo squartatore! Ma ero io il serial killer? Ero io o la buon costume?... La contraddizione, la confusione, la guerra, la paura… l’inferno… Perché ero diverso? Chi mi aveva condannato in eterno? Mi confidai, ma mi evitarono fino a scomparire, pur mantenendo il segreto. I miei genitori, moderni con tutti, con me furono primitivi. La stessa ipocrisia sporcava il sacerdote che mi aveva cresciuto, un gay strozzato da stole e pianete. Era indulgente, cercava di essere semplice, chiaro, ma ripeteva pedissequamente il Catechismo in un monologo di divieto, peccato, castità… ma puoi guarire, eh,… con la preghiera, tanta, tanta, l’autocontrollo… Don coso, è solo una variante naturale del comportamento umano! Scienziati di tutto il mondo sostengono che non è una malattia mentale e che, se cerchi di diventare etero, rischi di farti male. Non decidi di essere gay, lo sei! Io continuavo a credere, ma proprio i fedeli mi ghettizzavano. Quante discussioni facevo con Gesù. Quante lacrime ci scambiavamo. Era l’unico che mi capiva. Ma mi ridussi uno straccio. Venne il tempo del medico, poi dello psicologo, dello psichiatra, infine dell’esorcista: nessun risultato! Intanto la cattiva notizia invase il quartiere. Mentre io mi aggrappavo al Vangelo, i presunti apostoli mi respingevano. In un vero e proprio scontro con il Nazareno, acuminato da un temporale senza pioggia, proprio lui, sì, proprio lui, mi indicò la via. Io andavo in escandescenze, sbraitavo, mi prendevo a schiaffi, ero nel podere di Getsèmani, provavo tristezza e angoscia… e lui taceva, se ne fregava, era passato al nemico, forse mi aveva venduto per trenta denari… Fissava la mia chitarra senza corde sulla sedia senza gambe… Sì, fissa, fissa… In realtà me la proponeva… come mia croce… o mia salvezza… Diventai un cantautore, una star, riempivo gli stadi più delle partite… Il successo mi rese libero! Libero di amare. Perché amando lui amavo tutti. E sfoggiavo il mio compagno e nessuno mi faceva pesare la mia diversità. Mi sentivo completo, realizzato. Potevo amare senza essere deplorato. Continuavo a credere. A dialogare con Gesù. Ad evitare messe e chiese, lasciando esplodere l’amore… e la sua perpetuità… – Non mi accecare, Cristo, per favore sposta la luce! – Io non ho nessuna luce. Sei tu che illumini la notte! Io claudicavo ma procedeva. La sessualità non c’entra niente con la fede. Puoi fare tutto il sesso che vuoi, avere le tendenze sessuali che la natura ti ha donato. L’unico comandamento è amatevi fra voi come io amo voi, nel pensiero e nelle azioni. Non mi ero mai sentito così vero e libero”. - Lucio, se stanotte canti sulle onde del Giordano, ti vengo ad ascoltare. michi del gaudio
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