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Notizie del 3/2019
26 BRICIOLE DI COSTITUZIONEposted: 27/3/2019 at 18:42:26
26a Puntata 27-3-19
Una pena umana
“Art. 27, … L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Vite chiuse a chiave!
Dopo la vita viene la libertà… tante volte volontariamente ci chiudiamo in una stanza… ma essere chiusi dentro dall’esterno… non auguro la prigione a nessuno… eppure per mestiere ci sbattevo dentro la gente…
Ho fatto anche il magistrato di sorveglianza. In carcere ero stato molte volte per interrogatori, ma lavorarci è ancor più traumatico. Il mio compito principale era controllare la legalità all’interno di sette penitenziari, da parte dei reclusi e del personale di custodia. In ognuno passavo l’intera giornata una volta al mese. Si era creato un rapporto corretto con tutti: avevano afferrato che mi limitavo ad applicare la legge. Ascoltavo e, se c’era un problema, lo risolvevo; anche i direttori, che in un primo momento mal sopportavano il mio riconoscere spesso le ragioni dei galeotti, gradualmente compresero che tutelavo solo i loro diritti… e dove si osservano davvero le regole non protesta nessuno. Dopo un po’ pranzavamo insieme: superiori, agenti, detenuti; alcuni erano cuochi eccellenti e, salvo qualche diffidenza iniziale, non avevo fifa che mi avvelenassero.
Mi ero persino organizzato per viverci 15 giorni per capire davvero: dentro una cella, come gli altri; rinunciai all’ultimo momento perché alla fine il dirigente non se la sentì di autorizzarmi: i rischi che correvo erano gravissimi ed aveva captato qualcosa…
La prima visita... stavo per vomitare!
Mi si parò davanti, prim’ancora che mi sedessi, un giovane con la bocca cucita col ferro filato… stava così da alcuni giorni… voleva il permesso di uscire per un fine settimana, ma gli veniva negato.
“Si accomodi!”, lo affrontai con dolcezza, mentre mi portavano il suo fascicolo, che ne testimoniava la totale inaffidabilità… ma cercai di renderlo affidabile. Accettò di scucirsi la bocca e mettersi alla prova.
Ci andavo anche apposta per lui… poi arrivò il giorno! L’intero sabato e la domenica non pensai ad altro, la notte non chiusi occhio, ma alle 22.00 della domenica mi telefonarono: “È rientrato!”.
Il giorno dopo mi disse: “È la prima volta nella vita che uno si fida di me!”.
Avrei voluto abbracciarlo, ma non lo feci.
Da allora ebbe molti permessi e ritornò sempre… come tutti gli altri: non uno scappò!
Vite chiuse a chiave!

Briciole di Costituzione è un percorso di diffusione dei valori fondanti della Costituzione attraverso brevi commenti, che pubblico ogni mercoledì dal 3-10-18. È rivolto a ragazze e ragazzi di tutte le età. Se siete interessati iscrivetevi al “Gruppo Facebook Briciole di Costituzione” oppure comunicatemi l’iscrizione alla mailinglist. Vi sarei grato se aderiste all’iniziativa e la diffondeste nei vostri diari, blog, siti, giornali, tv.

25 BRICIOLE DI COSTITUZIONEposted: 20/3/2019 at 15:58:06
25a Puntata 20-3-19
Pensare, parlare, informare, essere informati
“Art. 21, Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Ci capita spesso di navigare in internet per capirne di più su un argomento, su un personaggio, un avvenimento. Esercitiamo il nostro diritto ad essere informati. Ciò è possibile perché l’altra faccia della medaglia è il diritto di informare, riconosciuto ad ognuna, ognuno di noi, quindi ad un numero enorme di esseri umani, che si esprimono tutti i giorni attraverso i social network. Ci sono anche persone che informano per mestiere: in giornali, tv, altri mezzi di comunicazione. C’è una linea sottile che lega il diritto ad essere informati a quello di informare: la verità!
Se leggo un periodico, vedo un telegiornale o clicco su un sito, mi aspetto di avere esposizioni attendibili. Però, in buona o mala fede, ci possono essere propinate notizie false o alterate. Sulla politica troviamo cronache contrastanti, se non opposte, come facciamo a riconoscere le frottole?
Potremmo avvalerci di più fonti di informazione, ma ancora meglio accedere ai fatti e agli atti, se è possibile. Quindi sfogliare più quotidiani, guardare più notiziari, visitare più pagine web. E per il loro tramite, o con altri strumenti legali, arrivare ai fatti e agli atti. Se ci interessa il crollo di una palazzina avvenuto nella nostra città, potremmo andare sul posto per appurare direttamente l’accaduto; se vi è collegato un documento, un permesso, potremmo scorrerlo per intero, senza accontentarci della mediazione divulgativa.
A volte ci viene propinato un ibrido, che contiene la narrazione di una vicenda e contemporaneamente una sua interpretazione. Dovremmo tenere separati i due procedimenti, altrimenti l’autenticità che ne deriverebbe sarebbe claudicante. Inoltre la notizia, pur essendo fondata, può essere manipolata con diverse strategie. Si può enfatizzare: mettendola in prima pagina o con il titolo a otto colonne o inserendo una istantanea enorme che la riguarda; si può invece minimizzare: con un trafiletto in un angolo, senza foto.
Allora, ragazze, ragazzi, informarsi è un diritto! Può essere esercitato in modo proficuo optando per una pluralità di fonti, andando ai fatti e agli atti, distinguendoli dalle opinioni di chi parla o scrive! E anche informare lo è! Se vogliamo farlo, basta capovolgere i principi appena sintetizzati e aggiungere l’onestà intellettuale. Sì, perché le persone integre e libere nel modo dell’informazione non sono molte. Buona fortuna!

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24 BRICIOLE DI COSTITUZIONEposted: 13/3/2019 at 16:02:18
24a Puntata 13-3-19
La cultura, l’arte e la scienza –
“Art. 9, La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Art. 33, L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.
Qualche mese fa sono stato a cena da una coppia di docenti, incontrati pochi giorni prima ad un convegno. Vi racconto:
“Rosetta l’ho conosciuta sui banchi di scuola. Io insegnavo e lei studiava. Ora è la madre dei miei figli!”
“Come andava in Italiano?”
“Ah, io le mettevo sempre quattro”.
“Per correttezza? essendo sbocciato il sentimento?”
“No; tanto valeva. E ancora adesso pensa più ad uscire che a leggere un buon libro. L’ultimo che le ho regalato, Morte a Venezia, giace intonso da mesi sul suo comodino. E irrecuperabile! Mi faceva penare; con i Sepolcri non ne parliamo!”.
“Lei però ha un gusto un po’ lugubre, professore: morte, sepolcri. Ha mai provato ad insegnare qualcosa di divertente? O ancor meglio, in modo divertente?”
“Ma cosa vuol insinuare che io non sappia il mio mestiere? O addirittura che Thomas Mann e Ugo Foscolo siano dei bischeri come Dante?”
“Assolutamente. Mi viene solo il dubbio che forse stiamo facendo credere ai ragazzi che la cultura, il pensare siano cose tristi, noiose. Lei preferisce una gita a un cimitero, per quanto monumentale, o andare a cinema a vedere un film comico?”
“Magari non comico, ma sicuramente opterei per un buon film”.
“Perché allora pretendiamo che i giovani siano affascinati dai cimiteri? da una cultura, quella scolastica, prevalentemente cupa e pesante?”
“La vera arte non può che essere l’espressione di emozioni dolorose, complesse. Solo la sofferenza consente una tale penetrazione nella nostra anima da liberare l’ispirazione”.
“Mi viene però il dubbio che possa esserci anche una cultura gioiosa, che sulle cattedre circola poco. E poi cos’è cultura? Perché riteniamo musica quella classica e non il rap, per il quale i giovani vanno pazzi? Mentre si contano sulle dita delle mani quelli che vanno ai concerti di clavicembalo. Comincio a temere, professore, che vogliamo dare ai giovani la nostra cultura non la loro. E lo stesso errore lo stiamo forse facendo col popolo”.
“Senta un po’, se non sbaglio lei fa lo scrittore. Non ha mai studiato pedagogia, metodologia della didattica e simili. Lei stesso ammette di non avere una grande cultura. Come fa a sapere cosa insegnare e cosa debba intendersi per cultura?”.
“Non vorrei essere frainteso. Io non so un bel nulla. Provo a ragionare. Se a sedici anni mi avessero consentito di scegliere fra un canto dell’inferno dantesco o una canzone di Lucio Battisti, non avrei avuto dubbi. “Emozioni” era vicina ai miei gusti, alle ansie… il conte Ugolino mi portò in un mondo di tragedie, mentre pensavo alla bruna della sezione B; di padri che mangiavano i figli, mentre io ne volevo uno che mi capisse!
“Vuole sostenere, signor poeta, che ministri, studiosi, pedagoghi, quelli che insomma hanno organizzato la scuola così com’è sono degli emeriti ignoranti?”
“Ma no, mi sto solo ponendo delle domande di buon senso”.
Cultura dovrebbe significare: offrire strumenti e opportunità, non soluzioni, obiettivi, decisioni; non plasmare a propria immagine, imporre le proprie ambizioni, ma capire le propensioni di ragazze e ragazzi; essere una guida invisibile e neutrale, che aiuti l’acqua del fiume a scorrere nel suo letto senza deviarla.

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23 BRICIOLE DI COSTITUZIONEposted: 6/3/2019 at 18:26:23
23a Puntata 6-3-19
Il diritto allo studio
“Art. 34, La scuola è aperta a tutti... I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
Alla scuola rivolgiamo le peggiori accuse, ma senza non saremmo l’Italia di oggi, non saremmo noi. Dovremmo migliorarla, soprattutto spalancarla, renderla accogliente, appassionante, un luogo dove studentesse e studenti vadano con piacere.
Anche se malandata, per fortuna c’è!
Come la famiglia! Magari è come quella dei Simpson, ma c’è!
Eppure è proprio la scuola che a volte imprigiona, nella classe che chiude... più che aprire...!”.
Per insegnare, basta padroneggiare la propria materia?
Un mio amico è un grande matematico e, per sua ammissione, un pessimo insegnante di matematica.
Il docente non dovrebbe semplicemente costringere allieve ed allievi ad imparare la geografia, ma potrebbe approfondire la psicologia, la sociologia, la comunicazione... Quanti docenti, non per loro colpa, non hanno mai frequentato corsi di pedagogia: è la scienza base per salire su una cattedra e saperne anche scendere per guadagnarsi la fiducia di studentesse e studenti, concedendo loro la propria!
Formare donne e uomini! Questo è il compito della scuola! Comporre i tasselli di ciascuna identità personale e sociale, costruire negli anni capacità di opinioni, di valutazioni, di verdetti, di tenuta mentale: nei momenti normali, in quelli dolorosi, in quelli di esaltazione: anche quando il cielo ci sorride, possiamo farci del male.
Un domani diventerete operai o avvocati, impiegati o medici, ma saprete scegliere, tutti... sarete liberi... non consentirete a nessuno di decidere per voi.

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