Notizie del 8/2021
Luciano Corradini | posted: 30/8/2021 at 18:18:22 |
ha appena compiuto 86 anni fra gli abbracci di nipotine e nipotini. Vorrei presentarvelo. Lo chiamo Amicizia, perché per lui l’amicizia è un apostolato. Io sono Lux, e tu? - mi accolse con dolcezza. Io sono Michi! Cominciamo subito con schiettezza? Lei è sottosegretario di Stato! - risposi timidamente. Tu sei deputato della Repubblica, ma intuisco che sei come me: spontaneo e sincero! Lux era uno dei massimi esperti di pedagogia, docente universitario e presidente nazionale della relativa associazione, autore di pubblicazioni fondamentali. Fu chiamato al governo come tecnico per i suoi meriti. Non ero mai stato al ministero dell’istruzione! Affrontai la lunga e larga scalinata con le gambe agitate ma solide. I carabinieri all’ingresso mi indirizzarono all’ufficio attiguo per chiedere il lasciapassare. Ma l’impiegato mi disse: Il Signor Sottosegretario scende subito! Allora non avrebbe esibito lo studio grande come una piazza, le poltrone prussiane, il tè porcellanato! Mi incamminò verso un bar di Trastevere, all’aperto: Qui fanno il caffè napoletano! L’appuntamento seguiva una mia richiesta di aiuto per una mozione che non veniva inserita nell’ordine del giorno della camera. Sono elettrizzato dalla tua mozione! - iniziò Lux - Non cambierei neanche una virgola! Galeotta fu proprio quella mozione con cui impegnavo l’esecutivo a rendere effettivo l'insegnamento della Costituzione e dell'Educazione Civica nelle scuole. Avevo ottenuto firme prestigiose: Mattarella, Boffardi, Bindi, Bassanini, Bianchi, Bonsanti, Guerzoni, Russo Jervolino, Melandri e decine di altre colleghe e colleghi. Fra Lux e me iniziarono colloqui, telefonate, corrispondenze, in cui a volte furono coinvolte sua moglie Bona e la mia Maria. Michi: Il tuo libro “A noi è andata bene”, è un dono meraviglioso all’umanità. Narri l’umano e il divino attraverso la cronaca familiare, rendendo la quotidianità didattica e poesia. Cosa è peraltro il Vangelo, se non il reportage lirico della concezione cristiana? Oggi si direbbe on the road. Lux: Concordo con l’epigrafe del tuo sito internet, la cosa più importante non è ricevere, ma dare. Chi prega solo per avere, tratta Dio come se fosse uno schiavetto, senza percepirNe l’essenza, come un bimbo che voglia solo le caramelle e non si accorga di avere una mamma. Michi: Raccontami delle scarpette di Cicillo! Lux: Le raccolsi e le guardai a lungo: piccoline, impolverate, ancora calde per le corse in cortile e sul prato. Ben presto non gli sarebbero più andate. Il mio paperonzolo, che a tavola parlava con l’automobilina, che sgambettava sul divano, diventerà grande. Non ricorderà più le scarpette; non sospetterà neppure di essere stato quel bambino. Michi: È struggente… anche io abbracciavo Luca e assaporavo il profumo dei suoi capelli sudati di gioia… ed ero felice… Non sono favole, ma l’angolo impagabile della vita, che forse è una favola. Lux: E Attilio una mattina mi disse: “Noi siamo due fratellini”. Spero che anche da adulto mi accetterà come “fratellino”, la parola più bella che un figlio possa dire al suo papà. Mi dimostravano una simpatia e un credito che mi commuovevano e mi stupivano, i miei pargoletti... mi educavano all’essere, esserci, ascoltare, capire, sentire, vivere accanto. Michi: Tu per me sei un maestro. Lux: Che tenerezza… le medesime lunghezze d’onda… ricetrasmittenti fra loro compatibili… Ti penso spesso, ti rileggo a pezzetti, con la nostalgia per la mozione Del Gaudio. Lux: Suonare insieme un canto che avevamo dentro l'anima entrambi… siamo tutti fratelli… di una fratellanza che non si riesce a riconoscere in tutti, ma quando accade, si recupera la fiducia o almeno la speranza che lavorare per questo riconoscimento reciproco non sia come un cercare di vuotare il mare con un cucchiaio. Lux: È stata approvata la nostra legge di iniziativa popolare, la n. 92 del 2019. Studentesse e studenti avranno sui banchi Costituzione e Legalità. Quello che volevi tu e che volevo io si è giuridicamente attuato. E la cosa più importante che ci abbiamo guadagnato è la nostra amicizia, che collega due pezzi di storia della nostra vita repubblicana. Tu sei l’ala creativa, che citerò nel mio prossimo volume ricordando i tuoi; io l’ala rompiscatole, che incalza le autorità competenti. Michi: Udire la tua voce ha trasformato questo cielo cupo e piovoso del golfo in una giornata di sole. Lux: Anche la mia finestra si è rischiarata; e soprattutto ho potuto contemplare Torre Annunziata come città del pensiero e del sentimento. Questa notte la nave parte da Civitavecchia, con un migliaio di ragazze e ragazzi e sbarcherà domattina a Palermo, per ricordare Falcone e Borsellino. Come vedi, abbiamo ancora molte battaglie da fare, ciascuno con il fiato e il cuore che ha. Lux: E' bello questo tuo credere e insieme credere di non avere fede. Sono gli scherzi di un Signore, che si vela e si svela per ragioni e in tempi da noi non controllabili. Eppure qui sta il segreto della fede. Credere nonostante: nonostante la montagna del dubbio, dell'oscurità, del dolore: sicuri che una ragione ci sarà per questo mistero. Per adesso il bene che ci vogliamo, essendoci incontrati fra miliardi di persone soggiornanti temporaneamente su questa terra, è un notevole squarcio di luce, utile a farci intravedere la bellezza e la bontà della vita. Lux: La tua vibrata protesta al prefetto di Napoli assomiglia a una delle lettere di don Milani ai giudici. Tu, come maestro, cerchi di essere per quanto puoi “profeta”, di “indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso”, mentre il Prefetto “vede solo ciò che è legge stabilita” dimenticando anche quello che la legge gli consentirebbe di fare. Michi: Non so se mi basterà la vita per ringraziarti. È entusiasmante esserci trovati.
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Francesco Fabbrizzi, vittima innocente di camorra | posted: 26/8/2021 at 19:50:05 |
Il sole d’agosto è spudorato, insolente, calunnia strade, palazzi e case umiliate dal tempo e dal terremoto dell’’80. La fauna si copre e si scopre alla bisogna fra goccioloni di sudore furente e pianti mai sopiti. Ragazze e ragazzi, incuranti di canicola e preoccupazioni, saltano, cantano, tirano calci ad un pallone: sono loro la speranza. Francesco si alza di buonora proprio per assaporarlo ancora indulgente e va sul molo fino alla lanterna rossa, si accucciola sul suo scoglio preferito e si riempie di mare. Le onde intelligenti, esuberanti, lo accompagnano fin dall’infanzia e assecondano le maree interiori diffondendo armonia nel suo divenire. Ne potrebbe descrivere ogni millimetro, i movimenti, le sfumature, l’umore, ad ogni ora del giorno e della notte, col chiarore e la bufera, con la luna e la foschia... i blu, gli azzurri, i verdi... e gli aranci e i rosa appena svegli o appena stanchi... anche il grigio, colore incolore, diventa appassionato, appassionante, amico delle stelle, dei loro raggi, partiti miliardi di anni fa... No, non riuscirebbe a vivere senza mare. Accogliendo i riflessi disegna suo figlio, i riccioli biondi, le corse sulla battigia ed ora in jeans e camicia che non teme il vento nei suoi vent’anni. Il senso è continuare ad essere un buon padre, non invadere ma offrire il dialogo quando glielo chiedesse per le perplessità, le esitazioni, i dilemmi che comunque si insinuano nei giovani davanti al futuro. È quasi mezzogiorno, s’incammina verso casa, in chiesa si celebrano le prime comunioni, l’atmosfera è frizzante, limpida, vergine nel giorno di Sant'Alessandro. Un autobus turistico si ferma davanti al tempio, scendono quattordici killer che mitragliano il circolo dei pescatori, ritrovo di camorristi; ammazzano otto persone, ne feriscono sette. Si aprono le cruente ostilità fra clan nemici-amici. Uno smog improvviso e penetrante, un odore nauseabondo di nitrato di potassio e carne macellata, di zolfo e sangue vivo, si impadronisce del cielo… Francesco ignaro smette di percepirsi… Viene ufficialmente riconosciuto “vittima innocente della criminalità organizzata”. Data dell’accaduto: 26/08/1984 - Luogo dell'evento: Torre Annunziata (NA) - Anni: 54.
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Francesco Zanardi biografia | posted: 4/8/2021 at 14:01:01 |
di Cristina Balestrini Amazon Editore “Lasciate che i bambini vengano a me” (Luca 18,16) dice il mio amico Gesù ed io vedo Francesco, anche oggi, nei suoi cinquantun’anni, fra quei bambini. Consiglierei però a Gesù nel prossimo Vangelo di rivolgersi a bambine e bambini, perché la Costituzione ha sancito la parità di genere! Anche se in tanti la calpestano. Non c’è da meravigliarsi che Gesù sia mio amico: gli parlo tutti i giorni! Non perché sia Dio, ma perché credo profondamente nel suo insegnamento e tento di praticarlo, anche se non riesco a credere che sia Dio. Sono un non credente come Francesco! Anche se David Maria Turoldo afferma: “Molti credenti non sanno di non essere credenti. Molti non credenti non sanno di essere credenti”. Allora anche Francesco ed io forse siamo credenti! E possiamo dialogare con Gesù! Il Nazareno è protagonista in questo libro: un sacerdote distrugge la vita di Francesco, ma è un altro sacerdote a ricostruirla e a dimostrare che, se c’è Giuda, c’è anche Pietro! Il male e il bene competono nelle giornate di tutte, tutti noi; il male aggredisce soprattutto nel buio, ma neanche il bene riposa e… anche alla notte più tenebrosa segue sempre il giorno. L’autrice è Cristina Balestrini, collaboratrice, colonna, madre, figlia di Francesco, il quale autografa direttamente alcuni capitoli. Il figlio di Cristina ha subito lo stesso calvario di Francesco… e di Gesù… il tormento è identico qualunque sia la causa e la forma. Il racconto scorre agile, comprensibile, trasparente, pur contenendo eventi atroci e riflessioni psicologiche, sociologiche, filosofiche, giuridiche… che però non ledono il coinvolgimento della lettrice, del lettore, che assaporano anche una poesia invadente e discreta, cruenta e quieta, prepotente e catartica. Francesco è una persona “scomoda”, si è arrampicato per vie inesplorate, già impervie ma incattivite dagli omertosi, insanguinate da coscienti aguzzini, puntellate da presunti cherubini. La tribù egoista e superficiale evita la scabrosità, predilige l’inerzia del silenzio, a volte assassino, la navigazione subacquea che non specchia, se non sbrigative maldicenze. Eppure si incontrano personaggi straordinari, come Stefano Milano, che rappresenta la tragedia di Francesco, e delle “sue figlie”, e dei “suoi figli”, più di novecento, accanto agli scaffali dei “suoi ospiti” cartacei, lampanti ed enigmatici, oppure nella piazze assolate ed assetate di saperi, ideali, sentimenti. (Pag. VI) E la magistrata Maria Monteleone (Pag. 128-130), stimatissima amica, con la quale ho condiviso il maestro, il giudice Mario Almerigni, che ci ha insegnato a combattere anche perdendo, perché è nell’impegno la “beatitudine”, a prescindere dal raggiungimento dell’obiettivo. E Luisa Bonello, che, “nell’esercizio della professione… si imbatte in alcune vittime… e come medico accoglie tutto il loro malessere, come cattolica accoglie tutto il loro dolore” (Pag. 75 ss..); giunge al sacrificio supremo, causato dalle sue denunce… ma chi la trafigge di lingua o di spada resterà negletto… mentre l’eroina è sì morta per la vita, ma è viva per la morte… viva finché è nel pensiero, nelle conversazioni, nelle scritture… La citazione di Pirandello, “Il fu Mattia Pascal”, giunge a proposito, perché un vanto di Francesco è il rifiuto della maschera. Fino a trent’anni è stato costretto ad indossarla, anzi ad indossarne diverse: è il bravo chierichetto per don Carlo Rebagliati, l’amante in catene per don Nello Giraudo, il bambino introverso per la madre, il figlio adottivo imposto per il padre, l’amico di giochi, il compagno di scuola, il riparatore… prima di oggetti… oggi di viventi. La storia di Francesco è articolata, crudele, spietata, tormentata, implacabile, ineluttabile, intransigente, inattesa, lenta, graduale, inimmaginabile, imprevista, sorprendente, progressiva, tangibile, altruista, straordinaria, utopistica… la sintetizzo in pochi flash che non ne abbracciano l’immensità. Abbandonato alla nascita, inizia una vita in salita. (Pag. 14) Il padre adottivo non vuole figli ed abolisce le gioie infantili, compresi i compleanni. La madre, succube, con una fede ossessivo compulsiva, anche in tutti i preti, suicida. (37) La parrocchia torturatrice, ma con lo stanzino nel sottoscala ove esplora, smonta e rimonta. Il sacerdote che gli fa da papà, don Carlo. Il sacerdote carnefice, don Nello: “… è qualcosa che ti rimane fisso nel cervello, qualcosa che, anche se vuoi e ci provi con tutte le tue forze, rimane un ricordo indelebile, ogni particolare di ogni abuso sessuale ti rimane stampato nella memoria, e negli incubi notturni ricorrenti. Rimani completamente gelato, immobile, non puoi sfuggire, non hai scampo”. (Pag 26) Nei campeggi… “i bambini tra loro non ne parlavano, era un tacito macabro segreto, tutti sapevano cosa succedeva al “prescelto” della notte…”. (27) “È difficile spiegare tutto quello che crea nella testa di un ragazzino”. (30) Il bimbo cresce in fretta. (6) Il lavoro a sedici anni e la fine dell’incubo fisico, non mentale. (28) Germana, la fidanzatina asfaltata da una moto a diciassette anni. (13) L’omosessualità scoperta a trent’anni. Gli amori. (19 ss..) La droga. (30-31) Cacciato di casa. (33) Lo accoglie don Carlo, “l’unico padre che riconosce”. (40) Un prete lo devasta, un prete lo salva. (41) La comunità. (42) “Francesco non si sente come il gigante dei suoi sogni né il nano delle sue paure, ma come un uomo parte di un tutto”. (Pag. 46) Al termine è di nuovo accolto da don Carlo. Le vicissitudini ecclesiali e giudiziarie. (52 ss..) Don Nello viene finalmente condannato! 61 Prende vita il gruppo La COLPA. Otto ragazzi che hanno in comune almeno tre cose: la sciagura mai sopita, il bisogno di fare qualcosa di concreto, il desiderio che non accada ad altri. (69) Inizia lo screening delle vittime. (70) Quando il martirio eterno varca i confini del fenomenico, e si annida nella sterpaglia della psiche, è sordo, costante, pneumatico, con una qualità però: riconoscerne un altro e fare squadra e partorire un’energia fanciulla che si evolve in confronto adulto fino a renderlo nuova linfa. Certo la sofferenza non marina mai l’esistenza, ma accanto vi cammina un brio esile, convinto, consapevole… Le atrocità sono inesauribili, ma “Negli uomini, le cose da ammirare sono più di quelle da disprezzare” sostiene Albert Camus, “La peste”, e di questo Francesco si è cibato passo dopo passo, disillusione dopo disillusione, sconfitta dopo sconfitta. Ma a volte perdendo si vince. Di una vittoria esangue, sì, ma foriera di nuova umanità. “La verità vi farà liberi”. Giovanni 8, 32. “Ancora con Gesù! - mi direte -. Ma sei fissato!”. Sì, sono inchiodato a Gesù falegname, non alla sua deità! Ed anche Francesco testimonia Gesù nel suo agire, ed anche la Costituzione. “Ricercare la Verità e la Giustizia è… un grande atto di amore, anche quando si scopre che la realtà è dolorosa e non è quella che ti aspettavi” (Pag. 115). Francesco, il “cercatore”, le estrae dai guadi, dalle miniere, dalle caverne dell’anima e le stende al sole, come panni puliti e profumati, perché le verità non possono essere nascoste. In genere chi ostenta certezza si allontana dalla verità, mentre chi rincorre il dubbio le si avvicina; ma negli itinerari di Francesco la verità annienta il dubbio. Francesco la diffonde sul mare triste e soffia sulle onde la speranza. Francesco offre sostegno, rifugio, come punto di partenza per ricominciare a sorridere e sentirsi parte integrante, non scarto... “cosa si può dire ad un amico… un fratello… quando semplicemente, in modo genuino e così umile ti “consegna” un dramma (XVI)… la sua vita ha davvero qualcosa da dire: restituisce dignità e coraggio a chi ha perso la forza di lottare”. (VII). Nascono “Rete L’ABUSO” e poi “Rete L’ABUSO Human Rights Connect”. Essere sempre forti davanti a tutto e tutti ha, però, un costo emotivo non indifferente, bisogna proteggersi con una corazza... (99) sia pure ornata con bontà e generosità. Francesco è vittima e contemporaneamente assiste le vittime; come volontario ha l'equilibrio per analizzare e valutare le situazioni con "freddezza" e trasmettere sicurezza alle persone spesso sgomente che gli si rivolgono. Come vittima ha la capacita di entrare in empatia, facendo sentire l'altra vittima "a casa". (99) L’Associazione monitora gli spostamenti dei sacerdoti, offre difesa legale alle vittime attraverso avvocati su tutto il territorio nazionale, contrasta l’isolamento che destabilizza fino all’alcolismo, alla droga ed altri comportamenti di evasione dalla sventura. Se non si muore di cirrosi, overdose, suicidio, si sopravvive in condizioni accettabili… non serve… fare cose eccezionali, basta vivere onestamente, soprattutto con sé stessi, e inevitabilmente si produrrà qualcosa di positivo e di valore per l’intera società. (130-132) L’instancabile dedizione consente a Francesco l’approdo, come relatore, alla Camera dei Deputati e all’Onu, l’Organizzazione delle Nazioni Unite: l’Alto Commissariato per i diritti umani rivolge delle “raccomandazioni” allo Stato italiano riprendendo molti concetti dell’intervento di Francesco. Manca solo papa Francesco, uno dei pochi alti prelati che può scagliare pietre. Francesco papa ha la tenerezza per entrare nel cuore più torturato, come quello di Francesco crocefisso bambino, e saprà trovare, in uno dei suoi angoli reconditi, Gesù fanciullo, rintanato di stracci e sputato d’ingiurie, ma vivo, oserei dire risorto! In queste righe non compare il sostantivo pedofilia, perché il libro recensito non è sulla violenza ma sulla resurrezione. Francesco è risorto assieme alle sue figlie e ai suoi figli… assieme a Gesù! michele del gaudio
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